Approfitto di una discussione su facebook per esprimere un idea che sto mettendo a fuoco da un po’ di tempo a questa parte.
Sapevamo che il nodo di Gunp e del podcasting indipendente sarebbe stato questo: chi entra e chi sta fuori. Nei mesi ormai passati dalla nascita di Gunp la mia idea su cosa debba contenere, cosa lasciare fuori, cosa debba insomma ESSERE la nostra repository si è evoluta ed è maturata.
Come sapete sono abbastanza restio alla dicotomia retribuito/non retribuito, mi farebbe piacere che qualcuno dei “Gunpisti” trovasse metodi di finanziamento per la sua attività e credo che questo non renda per forza “non-indipendenti”.
Anche il discorso web-radio / podcast è abbastanza relativo e qui viene il punto.
Gunp è una vetrina per quella che mi piace chiamare “cultura della rete”. Sono prodotti d’arte, ingegno, cultura che hanno in internet non solo il mezzo di trasmissione: sono fenomeni che nascono nella rete, da un humus caratteristico e unico nella storia della cultura umanistica che è la rivoluzione culturale in atto oggi e che ruota attorno al web.
Siamo creativi che si affacciano nel nuovo millennio, non possiamo permettere che i posteri ricordino la cultura di questo periodo come quella di “veline e tronisti, grandi fratelli e piccole mignotte”.
Dalla rete stanno emergendo una quantità di forme di espressione culturale che ancora non vengono inquadrate come un movimento. Video su YouTube, blog (veri), musica creata, promossa e distribuita sul web, progetti collaborativi Wiki-like, podcast, webradio.
Considero fondamentale spingere verso una caratterizzazione forte di questo movimento, la cultura della rete, di cui siamo parte peculiare. Gunp è la galleria d’arte di quelle manifestazioni di ingegno e cultura che nascono sul web sotto forma di contenuti audio/video e si contraddistinguono per distribuzione seriale, periodica.
Siamo cultura, siamo avanguardia, facciamoci valere!